Calizzano (Karitsàn o Calissan in ligure) è un comune italiano di 1.572 abitanti[5] della provincia di Savona in Liguria.
L’abitato di Calizzano si trova nell’alta Val Bormida, nell’entroterra ligure della Riviera di Ponente, quasi al confine tra la Liguria e il Piemonte lungo l’ampia e fertile conca del fiume Bormida di Millesimo. La grande faggeta del Colle del Melogno raggiunge il territorio di Calizzano con la foresta detta “della Barbottina” dove vi è la presenza di un grosso albero di faggio di quasi duecento anni, alto trentasette metri e del diametro di 347 centimetri; nei pressi del bosco di Rionero si trova invece un massiccio castagno di cinque metri di diametro e con oltre i 250 anni di vita. Il territorio calizzanese è altresì ricco di corsi d’acqua con ben tredici sorgenti, tra queste la fonte Bauda utilizzata nell’attività d’imbottigliamento.
Il territorio comunale è formato, oltre che dal capoluogo Calizzano, anche dalle tre frazioni di Caragna, Mereta e Vetria e dalle diciannove regioni di Barbassiria, Bosco, Camporosso, Caragnetta, Carisciano, Durante, Ferriera Nuova, Frassino, Giaire, Granei, Marenchi, Maritani, Melogno, Miniera, Riini, Rio Nero, Tomaloni, Valle Superiore, Zerboraglia storicamente riconosciute dallo statuto civico.[6]
Dista da Savona circa 48 km e 94 km da Genova.
primi insediamenti umani sembrerebbero risalire al Paleolitico medio, grazie al ritrovamento dei resti di un castellaro pre romano fra gli odierni centri di Calizzano e Bardineto. In epoca romana è citato con il toponimo Caliciana, insediamento di cui non ne rimane traccia. Nell’alto medioevo il toponimo di Calizzano, conosciuto come Caliciano, apparve solamente nel 1077 in un atto di cessione delle terre e della chiesa all’abbazia di Ferrania (Cairo Montenotte).
Possedimento della Marca Aleramica di Bonifacio del Vasto dal 1091, il feudo, nel 1142, viene ceduto ad Enrico I Del Carretto seguendo così le sorti del Marchesato di Finale. Nel 1335 Carlo IV del Sacro Romano Impero confermò il dominio terriero della famiglia Del Carretto quali investitori del castello, del territorio di Calizzano e delle terre circostanti.
Nonostante un atto del 7 giugno 1444 sancì il gesto di fedeltà della popolazione calizzanese verso i marchesi Del Carretto sarà proprio un componente della famiglia carattesca, Marco Del Carretto, signore di Calizzano, nella guerra di dominio tra la Repubblica di Genova e il Marchesato di Finale del 1447-1452, a tradire un altro componente della famiglia (Galeotto Del Carretto) stipulando una sorta di convenzione pacifica tra il borgo con la repubblica genovese. La reazione al tradimento fu tremenda; il borgo venne saccheggiato ed incendiato, il castello distrutto, costringendo alla fuga di Marco Del Carretto ed i suoi cugini e scatenando una profonda crisi economica tra gli abitanti, costretti all’elemosina. Calizzano ritornò sotto il controllo di Galeotto.
Tra il 1530 e il 1540 vennero compiute nuove opere costruttive, come il convento dei Domenicani e la chiesa dell’Annunziata al Pasquale. Successivamente verrà ampliata, grazie all’abbattimento delle mura, anche lachiesa di San Lorenzo.
Nel 1572, a causa dell’alleanza francese del marchese Del Carretto, truppe provenienti dalla Spagna invasero il marchesato e le sue terre feudali, tra cui Calizzano. La popolazione del marchesato non riuscì ad imporre resistenza, soggiogata dalla cessione del borgo a Filippo III di Spagna da parte di Andrea Forza Del Carretto. Calizzano giurerà in seguito la propria fedeltà al nuovo governatore marchesale Don Pedro De Toledo e al regno spagnolo. Il governatore confermò gli stessi statuti, il 27 febbraio 1603, varati dalla famiglia Del Carretto nel 1600.
Il borgo vide così “invasioni” di soldati spagnoli ed alemanni provvedendone al loro sostentamento e alloggio, fino allo scoppio della peste bubbonicanel 1631, che mise in ginocchio il paese intero.
Nel 1713 il Trattato di Utrecht stabilì la fine del dominio spagnolo e il conseguente passaggio del marchesato finalese alla Repubblica di Genova. Nuove guerre locali si scatenarono intorno al 1747-1748 quando truppe piemontesi, comandate dal Regno di Sardegna, cercarono di sottrarre le terre alla repubblica genovese per poi cederle alla famiglia Del Carretto. Il trattato di Aquisgrana (1748) ristabilì il dominio genovese sulle terre.
Durante l’invasione francese del 1797, comandate da Napoleone Bonaparte, il borgo subì gli scontri tra l’esercito d’oltralpe con l’esercito dell’impero austro-ungarico, divenuto possessore delle terre dopo l’occupazione di Genova e della Liguria. Negli incendi, appiccati da entrambi gli schieramenti, finirono bruciate le chiese ed il convento.