Dal mese di aprile 2018 vista la chiusura della Pinacoteca Civica per lavori l’ingresso del museo è da Via Anno con apertura anche domenica pomeriggio.
La visita al Museo della Ceramica inizia in piazza Chabrol, all’ingresso della Pinacoteca Civica e termina nel Palazzo del Monte di Pietà, con lo scalone aperto su via Aonzo, in prossimità del Complesso Monumentale della Cattedrale.
Il percorso si articola su quattro livelli ed è organizzato per singole raccolte, cui si alternano sezioni ordinate secondo una disposizione cronologica e tipologica.
Completano la visita gli strumenti multimediali tra cui spicca l’originale quadrisfera, una struttura che permette di assistere a una narrazione suggestiva della storia e degli sviluppi della ceramica ligure. E’ inoltre presente una vetrina interattiva multimediale da cui prendono forma racconti che introducono il visitatore ai segreti della lavorazione della ceramica.
La stretta condivisione fra Museo della Ceramica e Pinacoteca Civica è inoltre rafforzata dalla condivisione di alcune strutture come la sala conferenze e il laboratorio per la didattica.
La visita comincia al secondo piano dove, nella sala di ingresso, sotto una volta affrescata, è esposta la prestigiosa sottocoppa Il ratto di Europa (1721), un raro esempio datato e firmato del pittore savonese Gio Agostino Ratti, tra i maggiori interpreti della maiolica ligure settecentesca. Il manufatto completa la trilogia di cui erano noti solo gli esemplari conservati rispettivamente al Kunstgewerbemuseum di Berlino e a Palazzo Madama di Torino.
Nella stanza attigua – sotto Il carro del Sole, le volte dipinte nel XVII secolo da Bartolomeo Guidobono – sono esposti importanti pezzi di istoriato barocco che ben esprimono lo stretto rapporto instauratosi tra pittura e ceramica nel Seicento. L’esuberante ornamentazione di vasi biansati, piatti da parata ed eleganti sottocoppe testimonia la grande fioritura di questa produzione.
Nell’attiguo corpo di fabbrica quattrocentesco, che ancora conserva le tracce degli affreschi originari del Cinquecento di Lorenzo Fasolo, sono collocati pannelli di azulejos e laggioni dei secoli XV e XVI, destinati al rivestimento parietale e pavimentale. Si distinguono il pannello cinquecentesco figurato con Guerriero e un grande contenitore a grottesche, il cosiddetto albarello, con ovali istoriati (San Giorgio e il drago, Marco Curzio e Muzio Scevola).
Nella sala successiva, dedicata allo stile istoriato rinascimentale, è esposto il corredo dell’antica spezieria della farmacia Cavanna di Genova.
L’esposizione prosegue con gli sviluppi degli stili classici della maiolica ligure, da quelli orientalizzanti, ai barocco fino alla fioritura della ceramica settecentesca. Quest’ultima sezione, allestita all’interno di una scenografica struttura vetrata, si completa con un gruppo di manufatti – piccole plastiche e trionfi da tavola in maiolica, terraglia, biscuit e porcellana – che mostrano i frutti dell’attività dell’artista savonese Giacomo Boselli.
Superato lo spazio che presenta le ceramiche taches noires e nere, due ampie sale accolgono la collezione di oltre 200 opere del Seicento e Settecento del Principe Arimberto Boncompagni Ludovisi e dalla consorte Rosella. Nella prima, entro una sorta di grande “macchina espositiva” a due piani realizzata in acciaio inox e vetro, è disposta una parata di vasi, piatti, vassoi, sottocoppe e tulipaniere.
Salendo al terzo piano troviamo la fornitura dell’antica spezieria dell’Ospedale San Paolo di Savona che costituisce uno dei più begli esempi dello stile “orientalizzante a tappezzeria”. L’allestimento ideato per ospitare questi vasi, la cui morfologia si compone di sette forme base – idrie (stagnoni) per le acque, pillolieri per le pillole, fiaschette per i semi, albarelli, vasi da elettuari e vasi troncoconici per le miscele grasse – è costituito da una scaffalatura che occupa l’intero perimetro delle pareti, da pavimento a soffitto, ricreando virtualmente la suggestione di un’antica farmacia. La data di esecuzione della fornitura è il 1666. Gli esemplari riportano sotto il fondello la marca con lo stemma di Savona, a indicare il luogo della loro fabbricazione. Si ritiene che il corredo sia stato realizzato nella manifattura di Giuliano Salamone alla cui attività rimandano le iniziali GS sul collo del piede di alcuni pezzi.
Quarto piano
Nelle due sale adiacenti, la visita riprende in ordine cronologico con l’esposizione di opere, risalenti ai primi decenni del XX secolo, che illustrano l’aggiornarsi della produzione delle manifatture di Savona e Albisola, fino alle novità che, agli inizi del Novecento, furono fortemente influenzate dalle arti decorative internazionali. Ne sono dimostrazione i numerosi servizi e oggetti di arredo dai tipici decori déco in terracotta verniciata sottovetrina e gli esempi, in maiolica mat, della declinazione razionalista del secondo Futurismo (1930–1935) tra cui esempi della declinazione razionalista progettati da Nicolaij Diulgheroff, in maiolica mat, la serie dei “piatti del pane” di Berzoini e un grandissimo piatto di Ongaro. Completano la sala numerose opere tra cui Deposizione di Sassu, Cinghiale di Fancello e Clessidra di Lorenzini.
Nell’area dedicata agli artisti che hanno lavorato a Savona e Albisola nella seconda metà del Novecento troviamo le ceramiche di pittori e scultori quali Jorn, Lam, Capogrossi, Dova, Treccani, assieme ad altre di Antibo, Carlé e Lorenzini. Al centro della seconda sala, l’imponente Albero di kaki di Maria Galfré innalza la propria chioma nel taglio a doppia altezza che mette in comunicazione gli ultimi due piani.
Il luminosissimo open space del quarto piano è stato concepito con l’obiettivo di valorizzare la ceramica ligure creando le premesse per un suo futuro rinnovamento; qui trovano esposizione opere di design – frutto dei laboratori di progettazione e prototipazione attivati da Attese Edizioni nell’ambito delle Biennali della Ceramica nell’Arte Contemporanea – di più di una trentina di artisti e designer di fama internazionale quali ad esempio Bertozzi e Casoni, Michelangelo Pistoletto, Adrian Paci, Yona Friedman, Ugo La Pietra, Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Pekka Harni e Franco Raggi.
Primo piano
Innovazione e multimedialità
Superati alcuni gradini si accede a una zona designata agli esempi della scultura del XX secolo. Due opere in terra refrattaria del grande scultore trevigiano Arturo Martini esemplificano i frutti del suo lavoro in Liguria: Nena, fra i suoi soggetti più conosciuti e realizzato a stampo, e Maternità del 1931. Due Ballerine, di cui una del 1935 e una premiata al Festival di Albisola del 1954, testimoniano la lunga e proficua attività dello scultore pistoiese Agenore Fabbri.
La visita termina al primo piano con le ceramiche dedicate alla devozione popolare, in particolare all’effige della Madonna di Misericordia, apparsa al Beato Botta nel 1536 nella valle di San Bernardo e un ricco Presepe del ceramista Antonio Tambuscio costituito da ventisei piccole plastiche in terracotta modellata a stampo e dipinte in vivace policromia con colori a freddo.
Una prima sezione è destinata a illustrare vasellami e complementi d’arredo della casa borghese dell’Ottocento con esempi neoclassici provenienti dalla donazione di Flavia Folco; una seconda sezione espone, invece, vasellame di destinazione popolare in terracotta verniciata gialla, ornato da semplici decori a spugnetta, frutto di una vasta produzione seriale nelle Albisole dal secolo XIX fino ai primi decenni del successivo.
Dopo lo spazio che ospita la Creatura marina di Giampaolo Parini, l’esposizione termina con gli strumenti multimediali ideati dal fisico Paco Lanciano.
Tra questi emerge la quadrisfera, una struttura che permette di assistere a una multiproiezione di filmati sincronizzati in un caleidoscopio tecnologico, grazie a un complesso gioco di monitor e specchi. Attraverso suoni e immagini l’allestimento narra, in modo suggestivo, la storia e gli sviluppi della ceramica ligure.
Una vetrina interattiva multimediale dà inoltre vita a racconti che ci introducono nei diversi percorsi della materia: le tecniche di lavorazione, i corredi delle farmacie, il vasellame da tavola e gli itinerari della sua diffusione.
Orari
lunedì, martedì
chiuso
mercoledì
10.00 – 13.30
venerdì, sabato
10.00 – 13.30
15.30 – 18.30
domenica e festivi
10.00 – 13.30
15,30 – 13.30
Contatti
telefono
019 8310256 (biglietteria, in orario di visita)
019 8310339 – 019 8310686 (uffici)
email
musei@comune.savona.it