Natura e Grotte a Bardineto

Il territorio Bardinetese, che è l’estrema punta meridionale dell’Alta Valle Bormida, ha una copertura arborea più omogenea rispetto a quella riscontrata nelle vicine zone litoranee.La superficie boscata è di oltre 2500 ettari, corrispondenti a circa 1’ 85% dell’intero territorio.Si possono individuare due Fasce botaniche ben distinte: la prima relativa al fondovalle, un altopiano situato a 7 11 m. s.l.m., e alla zona collinare con rilievi fino ai 950 m.; la seconda riguardante la zona più  Montana con rilievi che superano i 1000 metri (Monte Lingo 1103, Rocca Barbena 1142) ed in alcuni casi i 1300 metri (Bric Agnellino 1335 e Monte Carmo, la più alta vetta di questa parte della Liguria, l389). Nella prima Fascia sono presenti vaste praterie e mescolanze di essenze quali Castagna (la specie più rappresentativa), Betulla, Acero, Quercia, Ontano e Pino Silvestre. Nelle zone più basse troviamo Carpino nero, Rovere, Nocciolo, Olmo e Abete. Lungo i corsi d’acqua sono presenti Salice. Pioppo tremolo e Sambuco nero. Nella seconda fascia, oltre all’immancabile Castagno, qui però più rado, si trovano fustaie pure di Faggio (l’essenza più estesa) e fustaie miste di Faggio, Rovere, Betulla, Abete e Pino Silvestre.Riguardo al sottobosco si nota una doppia tendenza: negli strati più caldi predominano il Ginepro e la Ginestra; in quelli più freschi l’Anemone dei boschi, le Felci, la Fusaggìne, l’Erica, l’Elleboro ed i Mirtilli. Dove le piante si fanno più rade si trovano la Lavanda ed il Rododendro oltre alla vegetazione tipica di rupi e ghiaioni con specie prettamente montane. L’insieme botanico del territorio bardinetese rappresenta un patrimonio naturale di inestimabile valore.Bisogna sottolineare, inoltre, come i boschi della zona siano ricchi di funghi, tra i quali i pregiatissimi Boleti.In questo ambiente ancora incontaminato vivono numerose specie animali che popolano sia l’ambiente superficiale sia quello sotterraneo. La fauna di superficie è composta in prevalenza da piccoli roditori e predatori. Nei boschi e nelle vicinanze di vecchie case abbandonate vivono lo Scoiattolo, il Toporagno ed i Ghiro. Ben note sono anche la Donnola e la Faina. Numerosi sono i Cinghiali, mentre poche sono le Volpi e le Lepri. Il territorio è frequentato anche da esemplari di Capriolo e Daino, comuni sono i Ricci e le Talpe ed una buona diffusione hanno i Còlubri . L’avifauna comprende varie specie di uccelli migratori e stanziali, tra i quali ricordiamo la Ghiandaia, la Pernice Rossa, il Fagiano, l’Upupa, il Picchio Verde, la Poiana, il Gheppio, la Civetta e l’Allocco.Nei corsi d’acqua, purissimi, vi è l’importante presenza degli ormai rarissimi Gamberi di fiume. Nelle zone umide o nei pressi di corsi d’acqua si trovano Salamandre, Tritoni, Rane e Rospi. Molti animali inoltre, popolano le numerose grotte censite nel bardinetese; il più grande rappresentante della fauna cavernicola è il Geotritone italiano che in media è lungo dieci o dodici centimetri.E’ questa un’altra faccia dell’ambiente di Bardineto; negli ultimi anni infatti, notevole impulso ha raggiunto la ricerca speleologica guidata dal Gruppo Speleologico Savonese (G.S.S.), che con le sue scoperte, ha portato nuova luce sulla Preistoria Valbormidese. Le grotte e le aree carsiche sono importanti ed interessanti non solo da un punto di vista ambientale e paesaggistico, ma vanno studiate e conosciute soprattutto per garantire una migliore fruizione del territorio. Tra l’altro, la presenza delle grotte è nota da sempre agli abitanti di Bardineto che in epoche remote vi trovarono certamente adeguato riparo e possedendo una buona conoscenza del loro territorio, spesso provvedevano ad occludere gli imbocchi di pozzi ed anfratti pericolosi per il bestiame. Le prime vere esplorazioni però, furono condotte nel 1885 da Agostino Vacca, ricercatore di Borghetto Santo Spirito e da allora è un susseguirsi di rilevazioni e documentazioni da parte di vari singoli o gruppi più propriamente speleologici, fino ai giorni nostri, quando le grotte delle zone in esame risultano essere più di ottanta, esplorate e studiate soprattutto dal Gruppo Speleologico Savonese, in loco dagli anni 70.Tra tutte ricordiamo il “Buranco di Bardineto”, che è la grotta attualmente di maggiore sviluppo dell’area carsica di Bardineto e si apre ad antro a quota m. 685, presentando uno sviluppo complessivo di 2 km di cunicoli e gallerie articolati su più piani sopra un torrente sotterraneo. Rappresenta la più vasta grotta della Valle Bormida e, l’importanza delle testimonianze preistoriche che custodisce, uno dei complessi carsici più interessanti della liguria.