CHIESA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA
L’attuale conformazione della chiesa della Santissima Annunziata è il frutto di tre successive distinte fasi di edificazione. La prima risale al 1130 circa, anno in cui fu costruita dai Monaci benedettini del Cenobio di Bergeggi e dedicata a San Eugenio che, da allora, divenne patrono di Altare. Il primo documento in cui si cita la parrocchia di Altare è una bolla papale del 1141; all’epoca era probabilmente una chiesa in puro stile romanico di cui ora rimane soltanto lo slanciato campanile che la fiancheggia.Nel 1400 la Chiesa fu restaurata e pare risalga a questo secondo intervento di ristrutturazione l’aggiunta della cuspide sul campanile. Il terzo e definitivo intervento di restauro risale al 1651 e fu eseguito per volontà di Matteo Buzzone, un vetraio altarese che, trasferitosi a Roma, grazie alla propria arte, divenne famoso tanto da essere ammesso alla corte dei papi. Si racconta che, il Papa Urbano VIII (Maffeo Barberini), colpito da un’infezione cutanea giudicata inguaribile dai medici di allora, Matteo Buzzone lo avesse guarito con impacchi di erba “smurbia” e di erba “plizzana” fatte appositamente giungere a Roma da Altare. Il papa per ricompensarlo gli concesse il diritto di bollare tutte le misure di capacità che si fabbricavano nello Stato Pontificio. In questo modo Matteo Buzzone si arricchì e quando seppe che la vecchia chiesa parrocchiale era stata abbandonata, ne acquistò i diritti e mandò ad Altare il disegno per la costruzione di un nuovo tempio che volle dedicare alla Santissima Annunziata. La Chiesa all’interno è in stile barocco, ha pianta a croce greca ed è sormontata da una cupola ovale che poggia su base ottagonale, e ciò dimostra che il progetto della chiesa era forse dovuto alla scuola dei grandi architetti in auge a quel tempo a Roma, quali Bernini e Borromini. La facciata e il campanile sono originali, quindi in stile romanico, in quanto i parenti del Buzzone, che vivevano in Altare e che erano incaricati di seguire i lavori, per risparmiare il denaro mandato dal loro congiunto fecero abbattere solo ciò che era pericolante, lasciando le strutture ancora integre. Quando la chiesa fu terminata, Matteo Buzzone venne da Roma per vederla, ma ciò che si presentò ai suoi occhi era ben diverso da ciò che aveva immaginato. Tale fu la sua delusione che non scese neppure da cavallo e riprese la strada verso Roma.