STORIA DEL BORGO
Le origini di Ceriale si perdono in tempi lontani. La vicinanza della via Julia Augusta insieme al ritrovamento di reperti archeologici suggerisce l’esistenza di questo insediamento in epoca romana.
Sull’origine del toponimo permangono ancora molti dubbi. Una delle ipotesi è che derivi dagli appellativi di due consoli dell’impero romano, Onicius Cerialis e Petilio Cerialis che svolsero la loro attività in questa zona. L’altra ipotesi è che, essendo fiorente il mercato dei cereali, i romani avessero eretto un tempio alla dea dell’agricoltura Cerere, alla quale venivano dedicate feste chiamate “Cerialia”. Dopo la conquista romana, la città seguì il destino del più grande e potente Municipio di Albingaunum, l’antica Albenga, e del suo vescovo passando poi, nel corso del XIV secolo, sotto l’autorità della Repubblica di Genova. Già dal 1500 le località litoranee della Liguria diventarono oggetto delle scorribande dei pirati e nella notte tra il 1° e il 2 luglio 1637, Ceriale subì un’invasione da parte di pirati algerini, con a capo il feroce Cereb Alì, detto popolarmente Ciribì, che con i suoi uomini devastarono la Chiesa, uccisero una trentina di persone e ne deportarono circa 300 in Algeria che furono successivamente riscattati da parte dei familiari con grandi sacrifici e con l’aiuto delle “Confraternite del riscatto” il cui ruolo si rivelò fondamentale sia per il disinteresse delle autorità di Albenga e della Repubblica di Genova sia per l’entità della cifra richiesta per il riscatto. Il paese andò distrutto e della Chiesa parrocchiale rimase in piedi solo il campanile. Dell’edificio originario non rimane che un crocifisso ligneo che reca ancora il foro di una palla sparata da uno dei saccheggiatori, al quale si attribuivano capacità miracolose. Dopo la liberazione del territorio ligure da parte delle truppe napoleoniche, nel 1798, Ceriale divenne Comune autonomo e dal 1927 entrò a far parte della provincia di Savona.
C’E DA VEDERE
Si possono ammirare ancora nel centro storico qualche resto di mura e torre medioevali, oltre al Torrione eretto nel 1564 a protezione delle incursioni dei pirati.
In rilievo inoltre, la Chiesa Parrocchiale dei Santi Giovanni Battista ed Eugenio (un edificio a tre navate sormontato da una maestosa cupola), ricostruita nel 1637 dopo il sacco di cui sopra, che contiene dipinti di scuola pittorica genovese tra cui una “Annunciazione” e una “Morte di San Giuseppe” di Orazio De Ferrari, il massimo esponente della pittura ligure nell’età del barocco, oltre a dipinti di Piola e Carlone) mentre nella volta centrale vi sono affreschi moderni del Bonichi. Si può altresì ammirare un crocefisso ligneo di notevole fattura, che reca ancora il foro di una palla sparata da uno dei saccheggiatori algerini, chiamato “Cristo dei Turchi” dal cui costato, secondo una tradizione locale, uscirono sangue ed acqua. Accanto alla Chiesa l’oratorio di Santa Caterina consente di ammirare la facciata neo classica.
PEAGNA
La Frazione di Peagna fu dimora di antiche e nobili famiglie quali i Girardenghi, i Genta e gli Arduini. Caratteristico è il suo borgo medioevale con la vecchia Chiesa di San Giovanni Battista, di origine trecentesca. Questa antica chiesa è il monumento più importante di Peagna. Situato nei pressi del cimitero, l’edificio, fu eretto nel territorio della frazione di Capriolo. Troviamo notizie di questo antico borgo negli Statuti del 1288, si può quindi dedurre che la costruzione dell’edificio risalga ai secoli XIII – XIV. La parrocchia attraversò un periodo di splendore tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, quando fu vescovo di Albenga Leonardo MARCHESE. Colto esponente del clero locale curò la decorazione interna della chiesa e la elevò a Rettorato. La chiesa restò attiva fino alla costruzione della nuova parrocchiale nel centro di Peagna, il paese che si formò dall’unione dei molti borghi che si trovavano nelle vicinanze tra cui: Antio, Beverello, Paerno, Borbena e Capriolo. Nel corso dei secoli l’edificio ha subito numerosi rifacimenti ma ha conservato il classico impianto romanico a capanna. La base in pietra del campanile, rifatto in epoca barocca, ha mantenuto la forma originaria. All’interno si trovano interessanti testimonianze artistiche risalenti ai secoli XV – XVI. Al centro del soffitto del presbiterio è raffigurato un Cristo Benedicente e sulle vele della volta a crociera i quattro evangelisti. Tra gli affreschi meglio conservati, la Madonna del Latte e Sant’Antonio Abate risalente al 1504.
L’attuale Chiesa parrocchiale, situata al centro del borgo, risale al secolo XVIII e recupera movenze di stile barocchetto.
Il nome Peagna derivante da peda nea (passaggio o guado), è dovuto al torrente ai margini del quale sorge la fonte Anthia. Secondo la tradizione, il borgo accolse, in zona più salubre, gli abitanti di Capriolo, abbandonato per un’invasione di formiche rosse, avvenuto nel tardo Medioevo.
Nella Frazione Peagna si trova il museo paleontologico “ Silvio Lai ”. E’ un museo tematico decentrato che permette la conservazione dei fossili raccolti nell’area della Riserva naturale regionale del Rio Torsero, il loro studio e la divulgazione delle particolarità naturalistiche, soprattutto paleontologiche, dell’area. All’interno sono inoltre custodite ed esposte, oltre ad esemplari della collezione paleontologica dell’Università di Genova, numerose raccolte e collezioni private riferite al Pliocene Ligure. Nel Museo è stato allestito un laboratorio dove i campioni raccolti nei giacimenti del Rio Torsero vengono preparati, classificati e catalogati.
In esso si può procedere all’estrazione ed alla preparazione dei macrofossili ed alla confezione di sezioni sottili e dry-peels che daranno la possibilità di osservare e studiare le microfaune presenti e la tessitura delle rocce che le inglobano. E’ inoltre presente un mulino colloidale per disgregare la roccia, un setacciatore che consente di fare analisi granulometriche o di estrarre i microfossili ed un calcimetro per eseguire analisi calcimetriche e dolomimetriche.
Completa la dotazione di questo laboratorio un modernissimo microscopio ottico che consente l’osservazione macroscopica delle rocce e l’analisi delle sezioni sottili,grazie ad una telecamera a circuito chiuso incorporata nel microscopio, è possibile trasmettere ad un monitor le immagini ingrandite. I visitatori possono così vedere da vicino i procedimenti attraverso i quali i fossili vengono estratti e preparati per lo studio.
L’area della Riserva Naturale del Rio Torsero a poco più di un chilometro dalle spiagge di Ceriale, è nota agli studiosi italiani e stranieri per la ricchezza in numero e specie e lo straordinario stato di conservazione dei fossili pliocenici. Questi organismi, soprattutto molluschi, vivevano nell’antico oceano ligure-piemontese in un periodo compreso tra 5,2 e 1,8 milioni di anni fa. La Riserva è stata istituita nel 1985 non solo per tutelare ma anche valorizzare il patrimonio paleontologico e naturalistico dell’area e diffonderne la conoscenza.
STORIA O LEGGENDA ?
La leggenda narra di una giovane donna di nome Anthia che amava un giovane coetaneo di nome Abrocome a cui era stata promessa in sposa. Un’altra donna di nome Manto anch’essa innamorata di Abrocome accusò quest’ultimo di averle usato violenza. Abrocome, disperato per la calunnia si allontanò da casa e venne creduto morto. Anthia disperata si lasciò morire facendosi seppellire con i doni nuziali. Alcuni malfattori venuti a conoscenza, di notte si introdussero nella tomba per far razzia dei gioielli e scoprendo che la ragazza era ancora viva decisero di portarla con loro. La ragazza supplicava i malfattori di tenere tutti i gioielli ma di lasciarla lì affinché tenesse fede ad un giuramento fatto a due divinità: Amore e Morte. Ma i malfattori non l’ascoltarono e la imbarcarono su una nave che fece rotta verso Alessandria d’Egitto per poterla vendere. La vendettero ad alcuni pirati focesi che la portarono sulle coste liguri e che a loro volta la rivendettero alla ricca famiglia di Petilio Ceriale che aveva una villa suburbana nei dintorni di Alba Ingaunia. La fanciulla era schiava, ma continuava a struggersi d’amore. Gli dei ebbero pietà della sua sofferenza. Quando morì non lasciarono che il suo corpo si corrompesse, ma la trasformarono in fonte che da lei prese
il nome, almeno dopo la morte poteva correre verso il mare e attraverso correnti sotterranee nel Mediterraneo incontrare lo sposo in terra lontana.
MANIFESTAZIONI
Nel 2007 Ceriale ha celebrato il 370° anniversario (1637 / 2007) del SACCO DEI CORSARI “TURCHI” E BARBARESCHI con due eventi distinti.
Il primo, il 30 giugno, con una RIEVOCAZIONE STORICA del RISCATTO E RITORNO DEI CERIALESI con la partecipazione dei famosi MOROS D’ALQUERÍA, provenienti da Castellón de la Plana (Comunidad Valenciana).
Il secondo evento si è svolto il 6 luglio in p.za della Vittoria, dove ha avuto luogo un Consiglio Comunale Straordinario con la partecipazione del console di Tunisia, Mondher Marzouk e del console onorario della Turchia Giovanni Guicciardi. Durante il Consiglio si è tenuta un’orazione ufficiale sul tema del Sacco dei Corsari “Turchi” e Barbareschi del 1637 a Ceriale da parte del prof. Franco Gallea e sono stati consegnati attestati alle famiglie cerialesi, discendenti dai rapiti riscattati.
Anche quest’anno il 16 agosto Ceriale ha festeggiato il Santo Patrono San Rocco con una caratteristica e suggestiva processione di antichi crocefissi, portati in spalla dai membri della Confraternita di Santa Caterina V.M. e dalle altre Confraternite diocesane. La festa patronale è culminata con uno spettacolo pirotecnico.
Nell’ultima settimana di agosto e nei primi giorni di settembre nella Frazione Peagna si è svolta l’annuale Rassegna “Libri di Liguria”.
La rassegna “LIBRI DI LIGURIA” è nata nel 1981, come iniziativa dell’Associazione “Amici di Peagna”, con l’intento di promuovere la cultura ligure attraverso la diffusione delle pubblicazioni che trattano in ogni settore. Successivamente la manifestazione ha allargato i suoi obiettivi, inglobando anche la promozione di video documentari, delle arti figurative e dell’attività giornalistica di informazione culturale, istituendo, allo scopo, premi annuali che si affiancano a quello istituzionale conferito al “LIBRO LIGURE DELL’ANNO”. L’Associazione promotrice della Rassegna opera, in connessione con la stessa, anche in settori quali:
- Raccolta delle principali riviste liguri;
- Raccolta di video documentari di argomento ligure;
- Organizzazione di convegni di studio;
- Gestione di una biblioteca specialistica di argomento ligure (ad oggi circa 8000 volumi) a disposizione di ricercatori e studiosi (apertura 2 giorni alla settimana mercoledì e venerdì dalle ore 14,30 alle ore 18,30) in stretta collaborazione con la Civica Amministrazione di Ceriale.
L’esposizione dei volumi della Rassegna si tiene nell’antica casa GIRARDENGHI composta da sei grandi suggestivi locali, ricavati recuperando un caratteristico frantoio ligure.