Finale Ligure (Finâ in ligure, Finô nella versione locale) è un comune italiano di 11.638 abitanti della provincia di Savona in Liguria, situato in un comprensorio di circa 35.000 residenti. E’ il quinto comune della provincia per numero di abitanti.
L’antico nucleo medievale di Finalborgo era la capitale del Marchesato di Finale, antico stato italiano preunitario dal 1162 al 1797; lo stesso borgo è stato recensito come uno dei borghi più belli d’Italia. Gli abitanti possono essere detti “finarini” o “finalesi” al medesimo tempo; fino all’unificazione d’Italia venivano chiamati finarini in quanto sin dai tempi del Medioevo la moneta d’uso era per l’appunto il “finarino”; con l’unificazione, per definire gli abitanti di Finale Ligure, è diventato sempre più usato il termine italiano “finalese”, in largo uso oggi, tuttavia “finarino” è un dialettismo tuttora usato.
Il comune è situato sulla Riviera Ligure di Ponente fra i promontori di Caprazoppa, ad ovest, e di Capo Noli ad est. Dista da Savona circa 25 km e 74 km da Genova.
La struttura urbanistica di Finale Ligure si articola in tre nuclei principali, fino al 1927 comuni distinti: Finalmarina (o Finale Marina), la zona di più recente urbanizzazione grazie al turismo, i cui abitanti sono chiamati “gnabbri” in dialetto finalese, Finalpia (o Finale Pia), sita sulla costa che conserva la struttura originaria della città e Finalborgo (o Finale Borgo, il capoluogo dello storico Marchesato di Finale circondato dalle antiche mura quattrocentesche e sovrastato dai castelli Govone e San Giovanni).
Nell’entroterra retrostante fanno altresì parte del territorio comunale le frazioni di Calvisio, Gorra, Olle, Perti San Bernardino e Monticello. Più distante, verso Noli, la frazione di Varigotti, famosa per la sua spiaggia e per le caratteristiche abitazioni dei pescatori, in riva al mare, in stile saraceno.
Finale Ligure è il centro principale del comprensorio omonimo, il Finalese, che si estende da Spotorno a Borghetto Santo Spirito, entroterra compreso.Il clima di Finale Ligure, è di tipo mesomediterraneo, con ombrotipo subumido, il crinale montuoso che si sviluppa tra il Monte Settepani e il Pian dei Corsi, mantenendosi ad altitudini quasi sempre comprese tra i 1000 e i 1400 m, costituisce un’importante barriera climatica, impedendo l’influenza diretta sul clima costiero delle masse d’aria fredda che, in inverno, stazionano sulla Val Padana e sul versante settentrionale delle Prealpi Liguri, inoltre i venti settentrionali, nella loro discesa verso la costa, si riscaldano per effetto della compressione adiabatica.
Ne consegue che le località litoranee, facenti parte del Comune di Finale Ligure, abbiano un microclima caratterizzato da inverni miti, con temperature medie giornaliere che, nel trimestre dicembre-gennaio si attestano attorno ai +9/+10 °C, anche le gelate risultano assai sporadiche (la media è appena superiore a 1 giorno/anno), così come le nevicate che sono molto rare (1 o 2 giorni di neve a decennio, contro i circa 2 giorni/anno della zona di Savona).
Le frazioni collinari (Perti, Gorra, Le Manie) e quelle di fondovalle (Finalborgo, Calvisio) sono leggermente più fredde di quelle costiere (Finalmarina, Finalpia, Varigotti), rispettivamente per l’effetto dell’altitudine (comunque modesta) e dell’inversione termica, tuttavia anche queste località sono contraddistinte da microclimi complessivamente molto miti in inverno. Le estati a Finale Ligure sono calde (valori medi di luglio e agosto, lungo la fascia litoranea, attorno ai +24/+25 °C), ma ventilate e meno umide che in altre zone del litorale ligure.
I numerosi ritrovamenti archeologici, rinvenuti nelle caverne e grotte del territorio del Finalese, hanno permesso agli storici di datare i primi insediamenti umani già al Paleolitico. Tra i siti preistorici più importanti vi è l’eccezionale rinvenimento della “sepoltura del Giovane Principe”, considerata dagli storici una delle tombe paleolitiche più antiche d’Europa, all’interno della cavità delle Arene Candide. Risalenti al paleolitico superiore e medio sono invece databili i rinvenimenti presso la Caverna delle Fate, nell’Arma delle Manie e ancora nelle Arene Candide con la scoperta di un primitivo cimitero con ben quindici individui. Attualmente tali reperti, ai quali vanno aggiunti i ritrovamenti di manufatti e utensili, sono ospitati presso il museo civico di Finalborgo all’interno del complesso conventuale di Santa Caterina.
Il territorio del Finalese è altre sì ricco di testimonianze architettoniche preromane, romane, paleocristiane e bizantine. Durante l’epoca romana il territorio di Finale Ligure, segnava il confine tra le popolazioni dei Liguri Sabazi e dei Liguri Ingauni, le antiche tribù presenti nel ponente ligure già in epoca preistorica. La più antica testimonianza cristiana in Liguria fu scoperta a Perti. Anche dopo le invasioni barbariche il finalese rimase sotto controllo bizantino fino alla conquista da parte di Rotari nel 641. La presenza bizantina è stata documentata dagli scavi archeologici a Varigotti e nel castrum di Sant’Antonino.
La prima testimonianza scritta del territorio finalese risale al 967, quando l’imperatore Ottone I in un diploma donò ad Aleramo del Monferrato molte terre, fra cui il castello di Orco, sopra Finale. Il finalese fu ereditato dal discendente di Aleramo, Enrico del Vasto, che ne ottenne l’investitura da Federico Barbarossa nel 1162, assieme ad altre terre della Marca di Savona.
La famiglia marchionale dei Del Carretto, discendente da Enrico, qui costituì il potente Marchesato di Finale, annettendosi altri feudi minori, ma si scontrò, soprattutto per ragioni commerciali, con la Repubblica di Genova, proprietaria della quasi totalità dei porti della Liguria. Genova impose ai Del Carretto le convenzioni commerciali del 1290 e del 1340. Nel 1385 la repubblica divenne addirittura proprietaria di metà del feudo, con la sentenza emessa dal doge Antoniotto Adorno.
I Del Carretto respinsero l’imposizione dopo aver ottenuto la protezione dei Visconti prima e degli Sforza poi. Tra il 1447 e il 1448 Genova invase il Marchesato e distrusse Finalborgo e Castel Gavone: eventi descritti dallo storico Filelfo. Due anni dopo, però, Finale tornò ai carretteschi con il determinante aiuto dei francesi, finalmente liberi dall’impegno bellico contro gli inglesi nella lunga guerra dei “cento anni” e presenti nella Repubblica di Asti.
Nel 1496 Alfonso I Del Carretto ottenne da Massimiliano I la totale investitura del Marchesato, confermata nel 1529 da Carlo V. Tra il 1507 e il 1514 Alfonso I fu estromesso dal governo del marchesato dal fratello Carlo Domenico, cardinale, amico sia del papa ligure Giulio II, che l’aveva voluto presso di sé la Roma come alto prelato, nonostante non avesse mai formulato i voti ecclesiastici, e del re di Francia Luigi XII quale oratore pontificio presso la corte francese. Era il periodo di massima estensione del marchesato che, dopo la “vittoriosa” guerra contro Genova, aveva esteso i suoi domini oltregiogo, in Val Bormida, fino a Saliceto e a Paroldo, sulle Alte Langhe: una stagione di ricchi commerci e d’intenso rinnovamento edilizio. Ma fu una stagione di breve durata. Nel 1558, facendo leva sul malgoverno di Alfonso II Del Carretto e sulla ribellione di alcuni finalesi, Genova invase nuovamente il marchesato. Seguirono alcuni decenni di turbolenza politica, fomentata dalla Spagna, che finalmente riuscì ad impadronirsi del Finale nel 1602. Il Finalese, comunque, rimase formalmente un feudo imperiale anche se feudatario ne era direttamente il re di Spagna. Ed era un possedimento importante, in quanto punto finale di una striscia di territorio imperiale che passando dal milanese alla Valtellina arrivava fino ai Paesi Bassi. Il possedimento spagnolo portò inoltre ad una nuova rivalutazione del patrimonio culturale e religioso del marchesato, ampliato e rivisto nel XVI secolo già in epoca carrettesca, oltreché una generale ristrutturazione e fortificazione dei castelli e forti finalesi.
La dominazione spagnola perdurò per oltre un secolo e sarà solo nel 1707 che cessò ufficialmente dopo la crisi apertasi nel 1700 alla morte di Carlo II di Spagna. Ben presto le mire espansionistiche della Repubblica di Genova assorbirono anche l’ex marchesato filo spagnolo del Finale, con ufficiale acquisizione dei possedimenti nel 1713. Genova fu quindi la nuova feudataria del borgo, esercitando il proprio potere tramite un governatore, ma a causa dei passati trascorsi in cui fu nemica, da segnalare la distruzione di Castel Gavone già nel 1715 per porre fine alla dominazione ispanica, faticò non poco a “domare” la comunità finalese, soprattutto nel 1730 e 1734 con lo scoppio di alcune rivolte paesane.
Con la morte di Carlo VI del Sacro Romano Impero nel 1740 il territorio è nuovamente rivoluzionato dai movimenti bellici delle truppe austriache, piemontesi, inglesi, francesi e spagnoli che culminò nella guerra di successione austriaca nel 1747. Il dominio genovese fu confermato col Trattato di Aquisgrana, nonostante le ambizioni dei Savoia, che si erano impadroniti del marchesato di Finale nel biennio precedente.
Oramai persa l’antica grandezza del marchesato, ne mantenne tuttavia il titolo anche se ininfluente e importante come una qualsiasi cittadina ligure della repubblica, la pagina conclusiva dell’antico stato si chiuse con l’invasione nel 1795 dell’esercito francese di Napoleone Bonaparte impegnato nella Campagna d’Italia. Decaduto il marchesato, soppressa la repubblica genovese e costituita la Repubblica Ligure nel Primo Impero francese dal 1805, anche Finale seguì le successive vicende storiche del territorio ligure. Divenne quindi parte integrante del Regno di Sardegna nel 1815 e del Regno d’Italia nel 1861.
Nel 1927 avviene la creazione del Comune di Finale Ligure, dalla fusione di tre preesistenti comuni: Finalborgo, Finale Marina e Finale Pia.
Per la sua importanza storica dal 2007 Finale Ligure è insignita, con Decreto del Presidente della Repubblica, con il titolo di Città.